17 dicembre 2019 - 07:55

Amadeus: «Il mio sarà un Sanremo pop e imprevedibile» (e non sessista)

Il conduttore: «Fiorello e Benigni per stupire. Dieci donne usate come contorno? Solite critiche»

di Renato Franco

Amadeus: «Il mio sarà un Sanremo pop e imprevedibile» (e non sessista)
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Manca un mese e mezzo al prossimo Festival, ma il cast degli ospiti inizia ad essere interessante e i nomi sono indubbiamente di peso. L’ultimo a prenotare un biglietto con destinazione Sanremo è stato Benigni che ha ufficializzato la sua presenza all’Ariston in diretta tv da Fazio. Amadeus può dirsi sorpreso a metà. «I nostri colloqui sono iniziati qualche settimana fa, poi lui ha deciso di annunciare la sua partecipazione al Festival in tv. Non voglio sapere cosa farà a Sanremo: Benigni è un artista pazzesco, è libero di fare quello che vuole e mi piace l’idea di farmi sorprendere da lui come se fossi uno spettatore. Non gli chiederò mai cosa dirà, ma so che sarà una cosa che rimarrà impressa nel pubblico».

Con Fiorello invece cosa state pensando?
«Ci siamo ripromessi di parlarci tra pochi giorni, dopo la fine del suo impegno con RaiPlay. Lui non è solo un ospite, oltre a essere un fenomenale showman per me è come un fratello: io gli consegno la copia delle chiavi dell’Ariston e lui potrà entrare e uscire dal palco quando vuole, per questo mi auguro che ci sia per più sere. La sua imprevedibilità è il valore aggiunto di questo Festival».

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Tiziano Ferro ci sarà per una sola sera o potrebbe affiancarla anche come conduttore?
«Ci stiamo ragionando, stiamo facendo della valutazioni. Ci conosciamo da tanti anni, Tiziano è speciale come persona, non solo come artista».

Tra i rapporti di amicizia alla base del Festival c’è anche quello con Jovanotti, altro ospite confermato del Festival.
«Anche con lui ci conosciamo da una vita, la radio ci ha unito e siamo rimasti legati da rapporti stretti. In generale tutte le persone che sto scegliendo hanno anche una componente umana in sintonia con la mia. Tutti gli artisti che saliranno sul palco saranno persone che hanno qualcosa da dire, un vissuto da portare, vale per gli ospiti ma anche per i cantanti in gara».

Le canzoni in gara saranno 22: che musica ascolteremo?
«Cerco 22 canzoni che siano pop, che il giorno dopo possano essere trasmesse su tutte le radio o cercate su Spotify. Sono pezzi che sto ascoltando da fine ottobre, ormai li conosco a memoria. Non sono classiche canzoni sanremesi, termine che ho sempre considerato pericoloso. Sono brani al passo con la quotidianità, con quello che funziona discograficamente, c’è attualità ed energia, c’è molto ritmo».

Qual è la difficoltà più grossa che non si aspettava di dover affrontare?
«Proprio la scelta dei brani. Ne sono arrivati 200 e la cosa più difficile è dover dire dei no, escludere dei concorrenti dalla gara. Mentre l’ospite sono io a sceglierlo, i cantanti si propongono, si candidano e mi dispiace dover chiudere la porta a tante persone. La mia è stata una scelta libera: cerco 22 canzoni che possano essere tutte vincenti, cerco dei brani che nel loro genere possano essere dei numeri uno».

Tra gli ospiti internazionali ci sarà Lewis Capaldi, tra gli italiani anche Zucchero si è proposto per il Festival...
«Magari! Mi piacerebbe, è un grandissimo artista, speriamo si possa fare e quando si esprime una volontà in questo senso è tutto più facile...».

Ora che conduce il Festival quanta gente che non sentiva da anni è ricomparsa?
«Mi chiamano persone che hanno il mio numero di cellulare e non so neanche come sia possibile... Sanremo genera un interesse incredibile: alcuni nomi che circolano non hanno nemmeno presentato il pezzo; molti ospiti non li ho nemmeno immaginati; ma va bene così. Se a volte sono elusivo non è perché me la tiro: i nomi non si smentiscono perché non è carino e non si confermano perché la trattativa non è chiusa».

Come è arrivato alla scelta di due donne diverse ogni sera?
«Ho sempre detto che immagino un Sanremo imprevedibile e non avere una coppia fissa ma due donne diverse ogni sera va in questa direzione. Voglio serate che non siano una copia dell’altra. Pescherò personaggi dal varietà, dal giornalismo dal gossip; un panorama completo di donne di vari mondi e ambienti differenti in modo che il pubblico a casa abbia qualcosa di diverso dalla sera precedente. Penso a un Sanremo numero 70 all’insegna della donna».

Sono già arrivate le critiche su questo aspetto: il conduttore circondato da donne che fanno da contorno...
«Non è dieci ragazze per me; non c’è un beato tra le donne... Ognuna di loro porterà e racconterà qualcosa, può essere una riflessione più impegnata oppure un momento di spettacolo più leggero e all’insegna del divertimento. Il problema è che qualsiasi cosa tu faccia a Sanremo sei criticabile: c’è sempre qualcuno che ti dice che la potevi fare meglio e in maniera diversa».

Quale sarà la cifra del suo Sanremo?
«Pop. A me la parola pop piace, è il diminutivo di popolare: significa che è una cosa che funziona, che arriva al pubblico, che non fa distinzione di nessun genere, né di età né di ceto sociale o culturale. Una canzone bella può arrivare a chiunque, quindi non sarà un Sanremo di nicchia; sarà di qualità ma popolare. Sarà il mio Sanremo, con i miei pregi e difetti. Del resto io sono così, il pop è il genere che io amo: i miei programmi sono così, io sono questo».

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